PROPRIETA INTELLETTUALE IN LUSSEMBURGO

Gli Avvocati Lussemburghesi di MEPLAW LUXEMBOURG con l’intero team di Avvocati e Consulenti di proprietà intellettuale del gruppo MEPLAW si occupano da anni di IP prestando massima attenzione a tutte le logiche afferenti la tutela ed il regime fiscale che appartiene alla fattispecie.

Nonostante il Lussemburgo non può considerarsi un paradiso fiscale vi è da considerare, comunque, che con l’introduzione nel 2008 del regime di legge sulla proprietà intellettuale il paese ha facilitato l’acquisizione di nuove entrate per il Granducato in materia di Proprietà intellettuale.

La normativa, infatti, offre una esenzione dell’80% dall’imposta sul reddito delle società , sulle entrate e sulle plusvalenze derivanti da buona parte dei beni industriali ivi compresi i brevetti tecnologici.
Inoltre, dal 2009 è stata applicata un’esenzione del 100% dall’’imposta sul patrimonio netto ai diritti di proprietà intellettuale qualificati.
Il Lussemburgo, a seguito del consenso nel 2015 da tutti i Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e G20 sull’applicazione del nuovo “nexus approach nel patent box” per i regimi agevolati dei redditi derivanti da proprietà intellettuale, ha deciso di abolire il suo regime fiscale agevolato nel 2016.
Secondo l’ Action 5 del progetto BEPS dell’OCSE,  il “nexus approach” prevede un regime di tassazione agevolata dei redditi derivanti da diritti di proprietà intellettuale nella misura in cui gli stessi siano generati da spese qualificate.
Ed infatti l’ “Action Plan n. 5” del progetto BEPS, tramite l’Accordo “Action 5 on Modified Nexus Approach for IP regimes”, introduce delle fondamentali novità in materia di regimi preferenziali di tassazione e beni immateriali coinvolti.
Il “Nexus Approach” cui fa riferimento l’Action Plan n. 5 descrive il necessario nesso che deve sussistere tra reddito agevolabile e spesa qualificata; è il fondamento del regime agevolativo dedicato agli intangibles ed è stato individuato per far si che i benefici siano concessi a fronte di un’attività materiale e rilevante ai fini della produzione o implementazione del bene immateriale, cd. “substantial activity”, (i.e., siano riconosciuti alle imprese che effettivamente svolgono attività di ricerca e sviluppo).
Sulla base del sopra citato nesso l’Action Plan n. 5 definisce quale quota di reddito agevolabile quella calcolata in base al rapporto tra costi qualificati e costi complessivi; pertanto, appare evidente come la quota rilevante non sia l’intera spesa investita in ricerca e sviluppo ma la quota direttamente collegata al bene immateriale.
Lo scopo del nexus approach è di garantire i benefici fiscali solo ai redditi derivanti da diritti di proprietà intellettuale ovunque l’effettiva attività di ricerca e sviluppo sia stata svolta dal contribuente stesso.

La normativa non estende le esenzioni alle opere letterarie ed alle opere d’arte.

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