Il caso Mediainfo S.R.L.
I legali del dipartimento di Gaming dello Studio Legale Meplaw stanno operando in questi giorni per tutelare e salvaguardare un proprio cliente, Mediainfo S.R.L.
Il fatto
AGCOM ha emanato una delibera infliggendo all’azienda Mediainfo S.R.L. una sanzione dell’ammontare di € 400.000 in ragione dell’asserita violazione dell’art. 9 del c.d. Decreto Dignità, il quale vieta qualsiasi forma di pubblicità relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché’ al gioco d’azzardo. La delibera, con la quale AGCOM sostiene che l’asserita violazione sia stata perpetrata per il tramite di canali informatici e social media, è stata impugnata dinanzi al Tar Lazio, che respinta la domanda di sospensione ai sensi dell’art. 56 c.p.a. ha fissato udienza al 30 agosto 2024 per la trattazione.
Comunicato Stampa su Agimeg e successiva replica di Mediainfo S.R.L.
A seguito del decreto del Tar del 31 luglio 2024, in data 01 agosto 2024 sull’Agenzia di Stampa Agimeg sono state riportate alcune dichiarazioni replicate con una nota ufficiale, con la quale Mediainfo S.R.L. ha esternato le dovute precisazioni.
“Agcom ha accertato l’estraneità della società alle contestate violazioni individuate sulla piattaforma Twitch. Inoltre, trattandosi di pronuncia cautelare monocratica, ed essendo dunque chiamato il Tar a pronunciarsi sull’estrema gravità ed urgenza e non sul merito della vicenda, ciò che andava riportato non è tanto quella parte del provvedimento presidenziale che anticipa delle considerazioni afferenti alle violazioni, quanto piuttosto quella parte in cui è rilevato che “l’ingiunzione oggetto di impugnazione è stata disposta “sotto pena dei conseguenti atti esecutivi a norma dell’articolo 27 della citata legge n. 689/1981”, allo stato non ancora avviati”.
Seconda Replica di Mediainfo S.R.L.
Inoltre, Mediainfo S.R.L. ha prodotto una seconda nota ufficiale in risposta alle dichiarazioni pubblicate in data 02 agosto 2024 sull’agenzia di stampa Agimeg, che riportano le parole del Commissario dell’AGCOM Massimo Capitanio secondo cui:
“Dopo le sanzioni alle piattaforme e ai giornali, ora tocca direttamente agli influencer. Probabilmente qualcuno pensa ancora che la Rete sia una zona di sospensione della legalità, dove non valgono le stesse leggi del paese reale. Speriamo che le pesanti sanzioni a due influencer che promuovevano il gioco d’azzardo, le cui ricadute economiche e sociali pesano poi su Stato, Regioni e Comuni, fungano da monito a quanti quotidianamente violano le leggi italiane alla ricerca di follower e ricavi pubblicitari”.
In risposta a queste affermazioni, è stata prodotta la seguente nota da parte di Mediainfo S.R.L.:
“Con la presente replica, Mediainfo S.r.l., lette le dichiarazioni del Commissario Agcom in merito alle sanzioni inflitte contro la stessa società, intende evidenziare e puntualizzare che il provvedimento emanato è già stato impugnato davanti il Tar Lazio. D’altronde, dalle parole dello stesso Commissario emerge, ad avviso della società, che la principale preoccupazione di Agcom era rivolta alle casse pubbliche e a servire da monito. L’impugnazione al Tar è una conseguenza obbligata dato che l’istruttoria effettuata è apparsa approssimativa; tanto che Mediainfo S.r.l. ha altresì impugnato davanti al Tar anche i verbali sottesi ai provvedimenti dell’Autorità. A titolo esemplificativo, oltre a contestare canali Twitch poi ritenuti estranei alla società, Agcom ha ritenuto violativa la condotta di apertura di un canale TikTok effettuata al solo fine di segnalare alla piattaforma contenuti pubblicati da terzi e la cui titolarità apparteneva alla società. Non solo. È stata ritenuta anche violativa la diffusione, su un canale intriso di contenuti personali, del link ad una sterile pagina che a sua volta riportava link relativi ad altre piattaforme personali. La confusione sui fatti d’interesse continua poi nelle lette dichiarazioni lì dove viene spesa l’errata qualifica di influencer in luogo di content creator e streamer. Per il resto, Mediainfo S.r.l. ritiene di aver agito in conformità della legge, scoraggiando pratiche illegali. A riprova tra l’altro della sua buona fede, la società aveva anche deciso di pagare, e poi effettivamente pagato, una delle sette sanzioni in misura ridotta; non tanto perché ha ritenuto violativa la sua condotta ma semplicemente al fine di manifestare uno spirito collaborativo, forzandosi di assumere il punto di vista dell’Autorità che, diversamente, per quanto percepito e per come ha calcolato la pena, ha sanzionato Mediainfo S.r.l. due volte per i medesimi fatti.
Sarà l’autorità giudiziaria a gettare la giusta luce sull’intera vicenda”.
- Posted by MepLaw
- On 6 Agosto 2024