GRAN BRETAGNA: LA FINE DI UN IMPERO
L’Inghilterra ri-conquista la sovranità nazionale, ma resta “un’isola nell’isola”
L’art. 49 del Trattato di Lisbona ( specificato dall’art. 50 ) ha trovato la sua prima applicazione con l’uscita dall’ Unione Europea del Regno Unito. Dal 01.02.2020, infatti, la UK è giuridicamente paese Extracomunitario e conseguentemente tutti i trattati sottoscritti con la UE, in 47 anni di appartenenza, non saranno più da questa rispettati. Saranno vigenti, di conseguenza, esclusivamente i trattati dettati dall’Organizzazione Internazionale del commercio sui dazi.
E’ da ricordare che i trattati posti a fondamento della UE hanno sempre previsto:
- “ … un comune processo scientifico e tecnologico; una continua promozione della pace e dei valori sociali; una costante ricerca di benessere dei popoli europei lottando contro l’esclusione sociale, contro la discriminazione ed a favore dei diritti umani; una attuazione della libera circolazione delle persone e quella delle merci, servizi e capitali …”( valori raggiunti nel lungo processo di integrazione europea fin dal trattato di Roma del 25 marzo 1957 ).
Tutti questi “ percorsi per giungere ad una migliore integrazione politica/economica e sociale dei popoli europei”, tuttavia, potevano trovare la loro completa realizzazione soltanto con la volontà comune di tutti i paesi aderenti . L’Inghilterra, viceversa, in luogo di un naturale supporto teso ad ottenere una continua crescita per il raggiungimento di questi comuni intenti, di fatto, ha continuamente posto freni a tale processo.
Guarda caso e proprio in coincidenza con il “mutismo” dei britannici in questi tre anni di attesa per l’attuazione brexit, si sono riscontrati nell’Unione Europea concreti passi avanti nell’area sicurezza e difesa.
Ma il popolo inglese si è mai integrato con il resto della Unione Europea?
Orbene, se ben leggiamo con attenzione le sue evoluzioni storiche, non possiamo che constatare che tale Nazione si é sempre considerata un paese a parte, non certo europeo; sempre ancorato alle sue radici ed alla sua cultura. Sin dallo scisma di Enrico VIII nel 1500, l’Inghilterra ha sancito la separazione dall’autorità europea (e qui parliamo dei tempi del potere temporale dei papi ) proprio con l’affermazione ed il credo che “non vi può essere alcuna autorità superiore alle leggi britanniche” . La UK , a distanza di 500 anni non soltanto non è riuscita ad integrarsi in una comunità diversa da quella propria, ma ha ribadito il proprio “credo” dicendo addio anche a Bruxelles.
Il Regno Unito si è sempre considerato una potenza ordinante rispetto all’Europa; si è sempre impegnato a programmarne gli equilibri, ma non a farne parte. Per gli europei, l’Europa era, è e sarà un ideale di unione politica e commerciale di tutti i popoli aderenti … per gli inglesi, esclusivamente un’area di scambio per trarre vantaggi ( principalmente economici ).
Lo stesso Churchill affermava : “ siamo con l’Europa, ma non parte di essa “.
Sulla base di tali presupposti storici, non può che considerarsi naturale l’odierna avvenuta uscita dall’ UE da parte del Regno Unito. D’altronde, la paventata motivazione da questo addotta “… troppi errori gestionali dell’UE …” non è stata altro che una puerile e strumentale giustificazione portata a fondamento di una già programmata scelta inglese. Verità è che “ quel ” popolo non ha voluto smentire la propria indole di superiorità e, con una miopia politico-culturale, é ritornato alle proprie radici … quelle di non accettazione e sottomissione a regole dettate da un potere sovranazionalistico.
Che la GB sia sempre stata una Nazione non facente parte dell’Europa è, inoltre, riscontrabile e verificabile anche da tutti quei comportamenti di non adeguamento al sistema di vita degli altri popoli europei.
A tal uopo ed a mero esempio pratico, si consideri che Il Regno Unito:
- Ha rifiutato la moneta ufficiale europea ( Euro );
- Ha mantenuto la guida automobilistica in senso inverso rispetto a tutti i paesi UE;
- Non ha mai riconosciuto il sistema metrico/decimale europeo mantenendo i “piedi” con numero successivo;
- Non ha mai riconosciuto il valore di misura del grammo /chilogrammo ma, ancora oggi ragiona in libbre ed once;
- Non ha mai adeguato i cartelli stradali in chilometri. Ha mantenuto le miglia;
- Gli adattatori elettrici sono restati diversi da quelli adottati da tutta l’Europa;
- Quando gli inglesi vanno in vacanza ( es. in Francia, Italia etc.) affermano di andare in Europa.
Cosa resta del Grande Impero Britannico?
Gli organi di stampa ( per mera convenienza editoriale ) hanno sempre riportato notizie post brexit a dir poco apocalittiche … ad esclusivo svantaggio dei cittadini dell’UE.
Nulla di più errato!
Gli stessi numeri, d’altronde, indicano una diversa realtà.
La Ue, dopo l’uscita della UK, è composta da 27 Nazioni aderenti, conta 455.000.000 abitanti ed ha una superficie di 4.096.403 Km2 ( continentali ed insulari ).
La Gran Bretagna conta 67.000.000 abitanti su una superficie di 229.850 Km2 ( soltanto insulare ).
A questi semplici numeri demografico/geografici , che non determinano con certezza e da soli la forza in campo, si devono aggiungere i fermenti interni alla stessa UK che stanno minando irreversibilmente l’integrità del Regno Unito .
Si pensi che nella stessa UK, e soltanto in questi ultimi mesi, sono state già presentate 1.000.000 di richieste onde ottenere passaporto UE ( fonte del sole 24 ore ).
La Scozia con i suoi 5.373.000 abitanti su una superficie di 78.764 Km2 e l’Irlanda del Nord con i suoi 1.811.000 abitanti su una superficie di 13.576 Km2, quali europeisti convinti, a breve presenteranno al Parlamento britannico istanza di richiesta referendaria finalizzata alla conquista di indipendenza. La stessa premier scozzese Sturgeon, in data 31.01,2020, è stata esplicita nel dichiarare che “… la battaglia finale contro Londra è appena iniziata … e noi torneremo in Europa da INDIPENDENTI ! ”
Il vecchio ed ex potente Impero Britannico, sotto i naturali impulsi provenienti da nuove realtà emergenti ( esterne ed interne ), è di fatto in una fase di irreversibile disgregazione … e del Regno Unito resterà soltanto la Nazione “ Inghilterra ed in parte il Galles “ ( un’isola nell’isola ). Naturale conseguenza sarà che il loro primo ministro Tory non potrà ottenere alcun accordo commerciale con la UE se non con la sottomissione al giusto principio di “reciprocità”, peraltro dettato dallo stesso accordo di recesso dall’Unione (art. 118 e successivo art.217 ).
Spetterà infatti alla UE dettare i termini sugli accordi internazionali; sia questi commerciali, di partenariato e cooperazione, nonché accordi di associazione con gli stati extracomunitari … non viceversa. Il premier inglese Boris Johnson , aldilà di proclami politico/elettorali, non potrà certo supporre un confronto negoziale “alla pari ” con 27 paesi della UE. Lo stesso capo negoziatore dell’UE Michel Barnier il 01 febbraio 2020 è stato chiaro nel dichiarare:
“Gli interessi di ciascuno stato membro dell’Unione e di tutti i nostri cittadini vengono per primi” .
Luigi Maggesi
- Posted by Luigi Maggesi
- On 26 Febbraio 2020