Diritto all’oblio negato per casi giudiziari più gravi
Nelle Vicende Giudiziarie di Grave Entità, l’interesse Pubblico a conoscere le notizie dovrà PREVALERE sul DIRITTO All’Oblio delle persone coinvolte.
Una storica sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ( maggio 2014 ) sanciva l’introduzione del cosiddetto DIRITTO ALL’OBLIO IN RETE.
Ad oggi molti gli interventi del Garante della Privacy in Italia ed è recente la motivazione con cui il Dott. Soro sancisce quest’ultimo principio.
“IL DIRITTO ALL’OBLIO E’ NEGATO PER I CASI GIUDIZIARI PIU’ GRAVI
soprattutto se l’ Iter processuale si è concluso da poco”
Con tale motivazione il Garante della Privacy ha dichiarato l’infondata richiesta di DEINDICIZZAZIONE di alcuni articoli presentata da un ex consigliere comunale coinvolto nel 2006 in una indagine per corruzione e truffa poi conclusa con sentenza del 2012 di patteggiamento e pena interamente coperta da indulto.
Questi aveva presentato istanza di rimozione dei link facenti riferimento agli articoli pubblicati dai vari siti che illustravano la propria vicenda.
Dopo essersi rivolto a Google invano l’ex consigliere aveva presentato ricorso al Garante chiedendo a questi la rimozione di alcuni URL relativi proprio all’indagine in cui era rimasto coinvolto sicchè ancora apparivano nei risultati di ricerca del noto motore di ricerca.
Secondo l’ex Consigliere la permanenza in rete di tali notizie, risalenti a circa 10 anni prima e ormai prive di interesse, gli avrebbero causato un danno di immagine, alla vita privata ed all’attuale attività lavorativa, peraltro nemmeno più legata ad incarichi di natura pubblica.
In accordo con le Linee guida dei Garanti Europei, l’Autorità ha sottolineato che sebbene il trascorrere del tempo sia la competente essenziale del DIRITTO All’OBLIO, questo elemento incontra un LIMITE quando le informazioni di cui si chiedere la deindicizzazione siano riferite a reati gravi che hanno destato un forte impatto sul sociale.
Inoltre, nonostante fosse trascorso un certo lasso di tempo dai fatti riportati negli articoli ancora online, nel caso specifico meritava considerazione il fatto che la vicenda giudiziaria si fosse definita solo pochi anni prima.
Oltre a ciò, alcune pagine web ancora in rete richiamavano la notizia in articoli relativi ad un maxi processo sulla corruzione pubblicati fino al 2015 e la loro relativa attualità dimostra l’interesse ancora vivo dell’opinione pubblica relativamente ad i fatti di cui all’ex consigliere
Fabio Maggesi
- Posted by MepLaw
- On 19 Dicembre 2016