DIESELGATE, la pronuncia della Corte Ue
Secondo la Corte UE, Volkswagen come ogni altro costruttore che abbia prodotto vetture aventi software che manipolino illegalmente le emissioni dei gas di scarico, può essere citata in tutti gli Stati europei in cui è avvenuta la compravendita e gli acquirenti avranno diritto alla restituzione, sia pure parziale del prezzo pagato per l’autovettura.
La recente sentenza della Corte Ue si impone nello scaldalo Dieselgate segnando sicuramente un punto a favore dei consumatori. Il caso deriva dall’azione di risarcimento promossa qualche anno fa dal Verein für Konsumenteninformation (VKI), un’associazione austriaca per la tutela dei consumatori, dinanzi al Tribunale del Land austrico contro Volkswagen, a causa di danni derivanti dall’installazione nei veicoli di un software che manipola i dati relativi alle emissioni di scarico. Secondo VKI il diritto al risarcimento si basa sul fatto che se i consumatori avessero conosciuto tale vizio, non avrebbero acquistato le vetture o avrebbero ottenuto una riduzione del prezzo.
Volkswagen avendo eccepito il difetto di giurisdizione, ha portato i giudici austriaci ad adire la Corte Ue. Riferendosi all’art. 7, punto 2, del Regolamento (UE) n. 1215/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio riguardante la competenza giurisdizionale, l’esecuzione e il riconoscimento delle decisioni in materia civile e commerciale, la Corte Ue ha stabilito che in materia di illeciti civili, è attribuita una competenza oltre che al Tribunale del luogo in cui si è verificato l’evento generatore del danno, anche al Tribunale del luogo dove si è concretizzato il danno.
Con la sentenza depositata il 9 luglio 2020 nella causa C-343/19 (https://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2020-07/cp200087it.pdf), la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che “un costruttore di automobili che utilizza alcuni software illegali per manipolare i dati relativi alle emissioni di gas di scarico, può essere citato in giudizio presso il Tribunale dello Stato membro in cui si trova il consumatore che ha acquistato l’automobile e che in quello Stato ha subito il danno”.
In questo caso, la Corte Ue ha stabilito che il luogo dell’evento che ha generato il danno era in Germania, mentre le conseguenze del danno si sono successivamente verificate in un altro Stato membro e se anche le vetture sono state viziate nel momento dell’installazione del software, “il danno si è concretizzato al momento dell’acquisto dei veicoli, con il pagamento di un prezzo superiore al loro valore reale”, poiché il vizio ha inciso su questo.
L’azione risarcitoria tende quindi, a raggiungere una compensazione per la diminuzione del valore delle autovetture, avendo l’acquirente subito un danno di natura materiale, concretizzatosi con l’acquisto presso un terzo.
Dunque, i veicoli prodotti da Volkswagen in Germania, illegalmente equipaggiati con un software che manipola i dati relativi alle emissioni di gas di scarico e comprati presso un soggetto terzo in un altro Stato membro, possono essere oggetto di giurisdizione dei Tribunali dello Stato membro dove è avvenuta la compravendita, ossia dove si è concretizzato il danno.
A cinque anni dallo scandalo Dieselgate, in Italia intanto, è ancora in piedi e andrà avanti la class-action promossa da Altroconsumo presso il Tribunale di Venezia nei confronti del Gruppo Volkswagen, che ha raccolto circa 76 mila adesioni e che ha chiesto un risarcimento del 15% sul prezzo di acquisto dell’auto.
In ogni caso, da quello che si può evincere dalla sentenza della Corte di Giustizia Ue, la strada per ottenere un risarcimento per tutti i consumatori europei che abbiano acquistato vetture aventi dispositivi “illecitamente manipolati” che modifichino i dati relativi alle emissioni di scarico, sembra essere spianata. I Tribunali italiani come quelli degli altri Paesi membri infatti, potranno essere aditi direttamente dai singoli consumatori per ottenere un risarcimento contro i produttori (non solo Volkswagen) che abbiano venduto vetture allo stesso modo viziate.
Lo studio legale MEPLAW offre il proprio supporto legale e si pone al fianco di ogni consumatore che necessita di esercitare il proprio diritto al risarcimento del danno.
- Posted by MepLaw
- On 29 Luglio 2020