Istituti di credito e piattaforme di pagamento: il caso PayPal
PayPal, o meglio la PayPal PayPal (Europe) S.à r.l. et Cie, S.C.A. con sede in Lussemburgo, autorizzata dall’ente di vigilanza sui servizi finanziari del Lussemburgo, è un noto gestore di pagamenti online che offre servizi finanziari.
Nel dettaglio, PayPal è una piattaforma di pagamento online che consente alle persone di inviare e ricevere denaro attraverso Internet. Gli utenti possono collegare le loro carte di credito o conti bancari al loro account PayPal, quindi utilizzare PayPal per effettuare acquisti online, inviare denaro o accettare pagamenti per beni o servizi. PayPal è uno dei sistemi di pagamento più diffusi al mondo ed è supportato da molti siti di e-commerce e piattaforme di pagamento online.
Per completezza, però, va anche detto che attraverso PayPal Credit, una forma di credito revolving, è altresì offerta la possibilità di effettuare acquisti in modo differito, pagando poi a rate, in alcuni casi senza interessi. PayPal, inoltre, offre anche la possibilità di richiedere un prestito personale utilizzando i propri soldi depositati su PayPal.
Ciò detto, spesso la società è stata criticata per eccesso di accondiscendenza nei confronti degli acquirenti in sede di contestazione aperta col venditore. Ed ancora, sono note le critiche in tema di blocco dei conti e restrizioni nell’operatività che avvengono senza preavviso, in assenza di contraddittorio con l’interessato e senza motivazioni adeguatamente argomentate. Tutte iniziative prese unilateralmente da PayPal che si riserva discrezionalmente di valutare fatti, contestazioni e la rilevanza di ogni singola circostanza, quale ad esempio un conto aperto da parecchi anni, l’esistenza di ulteriori contestazioni e l’attendibilità stessa della segnalazione, magari su un’asserita truffa.
Dunque, trattandosi di istituto di credito, è da ritenersi legittima questo tipo di condotta da parte di PayPal?
Di certo, in questi casi, in riscontro alla richiesta di maggiori delucidazioni sul blocco del conto, non aiutano generici riferimenti della stessa PayPal a cause quali “potenziali rischi” e violazione dei propri termini e condizioni e/o al regolamento etico che, il più delle volte, per i più attenti che andranno ad approfondirlo, non contiene una risposta certa agli interrogativi sulla restrizione imposta da PayPal.
Inoltre, oltre al danno può anche presentarsi la beffa.
Difatti, il regolamento di PayPal prevede anche la possibilità della stessa società di trattenere le somme presenti sul conto, riservandosi PayPal il relativo giudizio, senza passare per le competenti autorità giudiziarie e senza contraddittorio con i propri clienti. Insomma, ciò che appare è che PayPal si atteggi a banca di fatto autorizzata a prendere iniziative per la chiusura dei conti dei propri clienti, con l’importante differenza, però, che le banche prendono generalmente questo tipo di iniziative unilaterali a seguito di scoperti di conto non autorizzati o superati regolarmente. Attribuirsi un potere sanzionatorio rispondente ad una morale strettamente personale è un atto non avallato dalla legge nonché non opponibile in sede giudiziaria.
In altri termini, nulla autorizza la conclusione che PayPal possa arrogarsi il diritto ovvero il potere di trattenere somme di denaro e di combinare sanzioni sulla scorta di un proprio regolamento la cui sola accettazione, da parte del cliente, non pone lo stesso regolamento al riparo da eventuali violazione di norme imperative.
Di certo, in tali casi, e non ovviamente solo nel caso di PayPal, il cliente che ritiene di aver subito iniziative ritenute abusive, quali la sospensione del conto, può intraprendere la via giudiziaria, al fine sia di ottenere il ripristino del conto, richiedendo magari l’applicazione di una penale per il ritardo nell’osservanza della decisione dell’autorità giudiziaria, che per richiedere il risarcimento del danno che, a sua volta, può riguardare sia la somma presente sul conto, sia il mancato guadagno causato dall’inadempimento perpetrato.
Inoltre, per completezza, va altresì considerato che la condotta abusiva rischia di avere una rilevanza penale qualora si concretizzino tutti gli elementi dell’appropriazione indebita.
Alfonso Massimo Cimò
- Posted by Alfonso Massimo Cimò
- On 6 Febbraio 2023